Galileo Chini fu scenografo "di mestiere" anche se si trattò sempre di un'attività secondaria ed abbastanza sporadica. Da Giacomo Puccini ricevette l'incarico di disegnare la scena del Tabarro per la prima newyorkese del '14 e poi per l'intera ripresa del Trittico l'anno dopo all'Opera di Roma. Puccini com'è noto, pur non dimostrando mai un particolare gusto per le cose della pittura, fu amico ed a suo modo anche mecenate spirituale di artisti, fino a stabilire, nei giorni di Torre del Lago una frequentazione giornaliera con alcuni di loro: Pagni, Nomellini, Fanelli, Angiolino Tommasi ed altri; non meraviglia dunque che per la messinscena della sua ultima opera, così determinata nel suo colore storico o meglio leggendario, la straordinaria fantasia di Galileo Chini pittore e soprattutto la sua diretta conoscenza delle atmosfere d'oriente sospingesse il musicista a proporre a Casa Ricordi come scenografo lo stesso Galileo Chini.
La messinscena della Turandot consta di tre stesure: una iniziale del 1923, eseguita più liberamente nei rispetti delle esigenze strutturali del palcoscenico; una intermedia a lapis e inchiostro; una definitiva che attualmente si conserva nel museo della Scala. I costumi furono in parte solo progettati dal Chini, la direzione della Scala infatti, dietro richiesta di Puccini ne affidò la ideazione a Umberto Brunelleschi.
Di questi tre nuclei scenografici il più noto è senza dubbio il primo, sia per la maggiore possibilità di pubblicazione che esso ha avuto, sia soprattutto per l'originalità dell'immagine che detiene un fascino pittorico ed una tensione inventiva senz'altro maggiore.
In questi cinque quadri per la Turandot è di particolare rilievo non solo la qualità pittorica ma anche l'elemento visionario rapportato alla qualità dei climi teatrali. L'intero ciclo di studi per la realizzazione di questa Turandot è dunque l'organismo più complesso di questi anni e forse dell'ultimo intero ventennio d'attività del pittore.
Collezione privata
Bozzetto per il primo atto della "Turandot" di Puccini.
1925 (prima stesura)
Collezione privata
Bozzetto per il secondo atto, quadro secondo.
1925 (prima stesura)
Collezione privata
Bozzetto per il terzo atto, scena prima.
1925 (prima stesura)
Collezione privata
Bozzetto per il finale della "Turandot"
1925 (prima stesura)
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